Quantcast
Channel: strategie evolutive » Paizo
Viewing all articles
Browse latest Browse all 6

Il gioco della Steppa

$
0
0

PZO8005-Cover.inddNel ventiquattresimo secolo, la civiltà umana è vasta e stracca.
La popolazione è per la maggior parte illetterata, ha nozioni scientifiche e storiche per lo meno discontinue, conduce una vita di apatica monotonia.
L’umanità si è diffusa nella galassia, ed ha sviluppato una società post-scarsità nella quale ogni necessità è soddisfatta da sistemi automatici.
Per coloro che ancora mostrano impulsi competitivi, esiste Steppa.
Steppa è al contempo gioco di ruolo, reality show, ricostruzione storica, lusus gladiatorio, fonte di reddito, valvola di sicurezza sociale.
In Steppa,la storia viene ri-giocata – un giorno equivale a un anno, e gli eventi storici si intersecano con le decisioni dei giocatori.
Si può acquisire potere, si possono creare imperi, si possono vincere fortune in denaro.
Si può barare.
Quattro giocatori decidono di fare proprio questo – recuperare da millecinquecento anni nel passato, ma almeno mezzo secolo nel futuro del gioco, un vero abitante della steppa, e interrogarlo sugli eventi recenti, per poter anticipare gli sviluppi della competizione, e prevedere la storia, cavalcandone l’onda.
Alp, un capo Uigur durante la prima ascesa dei Kirgisi, si dimostra però molto più intraprendente del previsto.
Sfuggito ai suoi catturatori e solo nella città del futuro nella quale è stato trasportato, gli rimane una sola via d’uscita: entrare in Steppa, utilizzare le proprie capacità, e scavarsi un posto nella storia.

Steppe di Piers Anthony uscì nel 1976, ed è stato recentemente riproposto dalla benemerita Paizo nella collana Planet Stories.
Si tratta di un romanzo curioso, intelligente, che gestisce con gli elementi della metà degli anni ’70 molte idee e applicazioni che noi conosciamo bene.
Le più macroscopiche sono immediate: Steppa è l’antenato analogico di tanti World of Warcraft e Civilization, ma anche parente stretto dei vari intrattenimenti a base di isole, deserti, e prove di sopravvivenza.
Ma ci sono anche dettagli perfidamente sottili – come l’insegnamento della storia attraverso orridi cartoni animati caricaturali, e l’idea che interi settori del passato storico si possano oscurare e marginalizzare.
Ed è bello vedere in nuce molte idee che diventeranno elementi classici di molta fantascienza solo dopo gli anni ’90 – a cominciare dall’idea della società post-scarsità.

Piers Anthony ai tempi di Steppe

Piers Anthony ai tempi di Steppe

Piers Anthony – noto al pubblico soprattutto per il fantasy umoristico della interminabile e popolarissima serie di Xanth – ha una vivida immaginazione, ed una prosa diretta e scorrevole.
La passione per la storia – e in particolare per la storia della Via della Seta (un argomento che, come qualcuno forse ricorda, ha per me un certo interesse) traspare nella scelta della location del gioco, e nel succedersi degli avvenimenti – Anthony descrive rapidamente ma in maniera convincente lo strano miscuglio di dettagli storici azzeccati e sciocchezze che nel ventiquattresimo secolo passano per “ricostruzione storica” (imperdibile la yurta con chiusura al velcro e frigorifero per conservarci le bistecche di soia surgelate).

Alcuni troveranno che Alp sia un po’ troppo in gamba fin da subito – ma Anthony ci fornisce una spiegazione anche per questo – o forse proveranno orrore al fatto che il nostro intraprendente eroe ci venga presentato come un uomo del nono secolo, con tutte le sensibilità (o mancanza delle medesime) del caso.
Sono sciocchezze.
Steppe è unbuon romanzo, che i legge velocemente, ed è decisamente divertente.

L’edizione Paizo replica un vecchio pulp per formato, impaginazione e illustrazioni interne.
Ottima l’introduzione di Chris Roberson.


Archiviato in:fantascienza, libri

Viewing all articles
Browse latest Browse all 6

Latest Images

Trending Articles